VIGNAIOLI IN GROTTAFERRATA, STORIE DI VINO

L’associazione “Vignaioli in Grottaferrata” nasce dalla forte unione di cinque storie di vino dalle diverse sfumature, sei vignaioli e produttori legati dalla passione per un territorio speciale: Grottaferrata.

Speciale perché non solo baciata dal sole, dall’aria pura e profumata, ma anche poichè la sua terra feconda e generosa offre gli elementi essenziali e preziosi per un’uva eccezionale e per vini di pregio, dai profumi, sentori e caratteri sorprendenti e vari.

L’associazione ha lo scopo di promuovere la conoscenza dell’enologia e dei vini del territorio di Grottaferrata, intesi come espressione di cultura ed elemento essenziale alla proposta turistica del nostro Paese. Si prefigge, inoltre, come obiettivi primari: la promozione di iniziative inerenti all’economia circolare, la valorizzazione della sostenibilità in agricoltura ed il sostegno del settore vitivinicolo, nella delicata gestione dei cambiamenti climatici.

Scopo dell’associazione è anche di favorire lo svolgimento di attività con finalità di solidarietà sociale, di beneficenza e nel settore culturale.

MISSION

Nello specifico, l’Associazione si propone di raggiungere molteplici obiettivi, ambiziosi e lungimiranti:

  • porre in essere iniziative rivolte alla salvaguardia della tipicità dei vini di Grottaerrata, attraverso rassegne enogastronomiche;
  • sostenere e supportare il settore vitivinicolo, avversato dalla diffusione del Covid-19 e, in linea generale, dai cambiamenti climatici.
  • promuovere la conoscenza del territorio e dei suoi costumi, attraverso i prodotti enologici ed il recupero di ricette della tradizione;
  • promuovere la conoscenza della produzione enologica del Lazio e del territorio di Grottaferrata;
  • organizzare conferenze, congressi, convegni e viaggi, per incentivare l’approfondimento dell’aspetto culturale dell’enogastronomia;
  • indire premi giornalistici per favorire la diffusione della corretta informazione sul patrimonio enogastronomico italiano, quale componente essenziale dell’offerta turistica di qualità;
  • realizzare programmi e/o interventi di informazione e di comunicazione, che favoriscano la conoscenza degli usi e costumi locali;
  • organizzare corsi di formazione e aggiornamento professionale per aziende vitivinicole, in favore della qualità del prodotto e della ricettività turistica, incoraggiando la valorizzazione dei vigneti con le specifiche caratteristiche agronomiche e il paesaggio
  • favorire la valorizzazione della vendemmia, con il recupero delle tradizioni storiche e l’organizzazione di evento annuale, con il tour dei vigneti di Grottaferrata;
  • organizzare eventi enogastronomici e corsi di degustazione;
  • l’associazione svolge la propria attività a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale, quale strumento di promozione del patrimonio culturale;
  • partecipare a eventi di promozione come fiere e/o similari;
  • predisporre pacchetti ben identificati dei diversi prodotti enologici, in sinergia con altre categorie merceologiche, così da offrire una conoscenza multidisciplinare delie ricchezze del territorio.
  • attuare azioni di promozione dei prodotti vitivinicoli, nonché azioni di informazione sul loro metodo di produzione, ad esempio per mezzo di: programmi di formazione; reazione di messaggi promozionali da diffondere a mezzo degli organi di comunicazione; campagne su piattaforme digitali, social e web per la diffusione della cultura enologica, unendo il racconto del territorio campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica volte ad incentivare il consumo di prodotti italiani e locali;
  • promuovere la diffusione dei principi e della cultura dell’agricoltura sostenibile nel rispetto dell’ambiente;
  • favorire progetti di economia circolare per la valorizzazione degli scarti provenienti dalla filiera vitivinicola, olivicola e agricola;
  • predisporre una Carta di Qualità;
  • realizzare e registrare un marchio riconoscitivo di qualità, tipicità e tradizionalità dei prodotti enologici.

Il territorio di Grottaferrata è un luogo particolarmente vocato per la produzione vitivinicola; un terroir unico, combinato disposto di suoli, clima, storia e tradizioni, che creano condizioni perfette per produrre eccellenza.

Per comprenderne appieno il valore e la propensione all’eccellenza dei suoi vini, è necessario esporre quali siano le caratteristiche uniche e particolari che contraddistinguono questo territorio e raccontarne la storia.

Poichè il vino può essere accumunato ad un’opera d’arte, che può essere apprezzata e valorizzata appieno solo se viene contestualizzata: in un’epoca storica frutto di un preciso passato, in una luogo specifico, di un particolare contesto sociale fatto di tradizioni, usi e costumi unici.

IL SUOLI 

L’areale di Grottaferrata, è parte del risultato delle grandiose vicende geologiche, che hanno coinvolto la storia più antica dei Castelli Romani. Per capire appieno il valore di questi terreni, su cui si coltiva la vite da millenni, è fondamentale conoscerne la storia geologica.

Circa tre milioni di anni fa, gran parte dell’attuale Lazio era un fondale marino che giaceva sott’acqua, da cui affioravano esclusivamente i massicci dei Monti Lucretili, Tiburtini, Prenestini e Lepini. Le cime degli attuali Monti Cornicolani, del Monte Soratte, dei Monti della Tolfa ed il Circeo erano allora isole. 

In seguito, circa due milioni di anni fa, il fondo del mare si sollevò a causa dell’intensa attività tettonica della terra, formando una grande pianura. Parte delle acque del mare rimasero intrappolate in giganteschi laghi salati poco profondi, ai piedi dei Monti Lepini, Tiburtini, Prenestini e lungo quasi tutta la fascia pre-appenninica. Successivamente, nell’ultimo milione di anni, l’azione dei vulcani ha modellato definitivamente il volto del Lazio, per trasformarlo in quel meraviglioso territorio che oggi conosciamo. 

Una serie di eruzioni vulcaniche successive ha stravolto la morfologia del territorio da nord a sud, causate da vari complessi eruttivi. Il primo fenomeno fu quello del Volsino, che ha causato la formazione del Lago di Bolsena; un secondo fu quello del Cimino Vicano, che ha creato il lago di Vico, un terzo fu quello del Sabatino, artefice dei laghi di Bracciano e Martignano; un ultimo, in ordine cronologico, è stato quello del cosiddetto Vulcano Laziale, ‘creatore’ dei laghi di Albano e Nemi, così importante nella storia geologica di Grottaferrata. 

Il Vulcano Laziale era un complesso maestoso, che iniziò la propria attività circa 600.000 anni fa, emergendo a sud della pianura romana, con un cono vulcanico di più di 60 km di base. Espresse la propria potente attività nel corso di più fasi, che si sono protratte per migliaia di anni, intervallate da lunghi periodi di quiescenza.

La prima fase fu la più devastante ed imponente, nel corso della quale questo supervulcano eruttò un’enorme grande quantità di materia vulcanica, che si diffuse fino a 200 kilometri di distanza. Questa fu la fase che causò la precipitazione al suolo di grandi colate piroclastiche e di altri materiali, oggi preziosi per la coltivazione della vite, seguito da violenta attività effusiva. La fase si esaurì con il collasso della parte alta del cratere del vulcano e la formazione di una cinta di rilievi, oggi ancora esistenti ed integri, denominata caldera. 

Dopo un lungo periodo di quiescenza, il vulcano si risvegliò per una seconda fase, detta Tuscolano-Artemisia. (500-460.000) anni fa, nel corso della quale venne deposta la più imponente colata piroclastica di “pozzolane rosse” (che in alcuni punti arriva anche a 90 metri di spessore e che raggiunge i monti Tiburtini), seguita da copiosa attività effusiva nella zona orientale del complesso. Tra i 460 e i 400.000 anni fa si realizzò una terza fase, in cui il vulcano produsse frequenti colate piroclastiche, ma in assenza di attività effusiva. Una quarta fase si realizzò tra i 400 e i 360.000 anni fa e fu produttiva di ulteriori colate piroclastiche, che diedero origine al cosiddetto “tufo litoide” o di “Villa Senni”. Un’ultima fase, detta “Idromagmatica”, attiva tra 270.000 e circa 20.000 anni fa, fu caratterizzata da violente esplosioni e portò alla formazione di una serie di crateri isolati. Proprio nel corso di tale fase, concentrata nella parte nord-ovest del vulcano, l’incontro a grandi profondità di acqua e magma incandescente, creò l’enorme pressione che generò le violente esplosioni che hanno dato origine ai bacini degli attuali laghi di Nemi e Albano. Anticamente i bacini lacustri erano molto numerosi (uno era quello presente nell’attuale Valle Marciana), ma nel corso dei secoli si sono tutti prosciugati.

Le ultime eruzioni nell’area risalgono a circa 20.000 anni fa e da allora il complesso vulcanico si trova in uno stato di quiescenza, caratterizzato da sciami sismici, deformazioni del suolo, ed emissioni gassose distribuite lungo i margini esterni del vulcano.

Il territorio comunale di Grottaferrata è stato, dunque, totalmente investito dall’attività vulcanica del Vulcano Laziale per quasi 600.000 anni, fino a tempi geologici relativamente recenti, risalenti a 20.000 anni fa. 

Il sottosuolo criptense è, di conseguenza, un ricco caledoiscopio di materiali vulcanici, classificati per aree: il centro abitato e la parte orientale del territorio comunale, ai confini con Rocca di Papa, è una zona ricca di materiali piroclastici quali lapilli, scorielle, areniti pirosseniche, cineriti. La parte occidentale, verso Ciampino e Roma, risulta ricca di lapilli fini e ceneri straterellate. L’altura di Castel de’ Paolis, ai confini meridionali con Marino, è particolarmente ricca, composta da manifestazioni eruttive finali, brecce piroclastiche d’esplosione (lapilli, lave, peperino, e tanti altri materiali). Il fondo del vallone, scavato dalla marana dell’Acqua Marciana (in cui preesisteva un lago), è una zona densamente e distintamente stratificata, con lapilli di vario colore con intercalazioni cineritiche, zone argillificate, ricche di minerali femici isolati ed abbondante leucite analcimizzata. I fianchi del medesimo vallone e l’altura del Borghetto di Grottaferrata; risultano un’area di lava in ammassi. Le ultime alture di Grotte Centroni, verso Morena, e tutta l’area dei confini settentrionali verso Frascati, sono aree caratterizzate da lave in grandi colate. L’altura presso Villa Cavalletti, infine, è classificata come area ricca di coni e bocche eruttive eccentriche, saldame lavico, scorie, agglomerati e lapilli stratificati.

Terreni unici, figli di eruzioni vulcaniche avvenute nel corso dei secoli, che hanno dato vita anche a un substrato terrestre stratificato, prezioso per l’agricoltura e per la viticoltura in particolare, poichè garantiscono la produzione di vini freschi, sapidi, minerali, longevi.

IL CLIMA E LA POSIZIONE GEOGRAFICA

Come per ogni coltivazione che si rispetti, clima e posizione sono fontamentali per ottenere risultati di alta qualità. 

Grottaferrata si trova tra circa 250 e 400 metri e gode di un clima di tipo mediterraneo. L’estate è calda e asciutta, l’inverno è mite e piovoso, con temperature che scendono di rado al di sotto dello zero, solo nei mesi più freddi. Nei mesi più caldi, Grottaferrata può avvantaggiarsi di circa 4 gradi in meno rispetto al caldo afoso di Roma. Le precipitazioni sono spesso scarse, a causa del fenomeno cosiddetto ‘dello stau’: un fenomeno garantito dalla presenza, alle spalle del comune, della presenza dei Colli Albani e di Monte Cavo, che creano un vento di risalita che viene prodotto quando una corrente d’aria, nel superare un rilievo montuoso, perde parte della propria umidità, che condensa in precipitazioni. 

Non da ultimo, tutto il territorio viene investito dalle brezze marine che arrivano direttamente dal Tirreno, che non trovano sostanzialmente ostacoli e che mitigano il clima e rendono le uve sane.

LA STORIA

La viticoltura è anche strettamente legata alla storia, alle tradizioni ed alle pratiche enologiche che caratterizzano un territorio. A maggior ragione quando il passato di una cittadina come Grottaferrata è così antico e rilevante.

In quest’area la civiltà si sviluppò a partire dal I millennio a.C: la prima presenza umana è riscontrabile nelle necropoli di Boschetto, Villa Cavalletti e Villa Giusti, risalenti al periodo laziale I e II secolo A.C.. In particolare, la necropoli di Villa Cavalletti è una delle più vaste dell’epoca e vi sono state reperite una cinquantina di tombe. 

In età romana il territorio criptense rivela alcune ville suburbane di ricchi cittadini romani (come Marco Tullio Cicerone, presso l’attuale abbazia di San Nilo, e la famiglia degli Scriboni-Libones, presso Castel de’ Paolis). Il cristianesimo nel III secolo A.C. era già ben organizzato nell’area tuscolana, a giudicare dall’esistenza delle catacombe di Ad Decimum rinvenute al X miglio della via Latina, presso l’attuale Borghetto di Grottaferrata. 

Nel 370 Giovanni di Cappadocia, allievo di San Basilio Magno, fondò un monastero basiliano al XV miglio della via Latina, presso l’antica Roboraria e l’attuale Molara.

Tra il VII ed il IX secolo D.C., il potere papale estese il proprio potere temporale anche su questo territorio, creando un’organizzazione di patrimonia e massae rurali, latifondi gestiti da diaconi, che facevano capo direttamente al papa. 

Nel 1004 san Nilo da Rossano raggiunse il Lazio dalla Calabria, dopo il suo lungo peregrinare per varie località del Sud Italia, e si sistemò con i suoi seguaci presso il cenobio basiliano di Sant’Agnese, alle pendici del Tuscolo. Gregorio I dei Conti di Tuscolo, esponente di spicco della potente casata romana dei Conti di Tuscolo donò, allora, al monaco calabrese un terreno prossimo al XII miglio della via Latina, occupato da resti di una villa romana (che alcuni studiosi attribuiscono a Cicerone). Tra i ruderi dell’antica villa era presente un piccolo edificio con due locali, in blocchi di peperino (“opus quadratum”), con le finestre che presentavano una  doppia grata di ferro: da questa “Crypta ferrata” nasce il nome di Grottaferrata.

Secondo la tradizione, qui i santi Nilo e Bartolomeo videro apparire la Madonna, che chiedeva l’edificazione di un Santuario a Lei dedicato. Nacque così l’abbazia di Santa Maria di Grottaferrata, ora conosciuta come Abbazia di San Nilo. San Nilo morì pochi mesi dopo aver fondato il monastero, nel 1004, ma i suoi compagni proseguirono i lavori ed in breve l’abbazia venne completata e, nel tempo, con il suo monastero divenne un importante centro di cultura.

La presenza della viticoltura in quest’area risale all’epoca romana: complice la natura del suolo e il clima favorevole, la coltivazione della vite qui ha trovato un luogo ideale per la sua progressiva proliferazione. In tale epoca il vino di questa zona, specie il bianco, godette di tanta fama, tanto da essere richiesto su tutte le tavole dei nobili di Roma e dell’Impero.

I Romani svilupparono con tale perizia la coltivazione della vite, che ai tempi della Prima Repubblica il vino prodotto localmente non copriva più le richieste e, nel 200 a.C., iniziarono le importazioni e gli impianti di ulteriori vitigni; fino a quando, nel 92 d.C., Domiziano proibì di impiantarne di nuovi, per paura che la loro sovrabbondanza causasse una riduzione della coltivazione di grano!

Con la caduta dell’Impero e la fine delle invasioni barbariche, la viticoltura in queste terre, nonostante i danni subiti, non perse d’importanza e continuità con il passato, grazie soprattutto all’attività, anche di custodia, operata dai monani presenti numerosi nella zona. 

La produzione vinicola di qualità proseguì nei secoli a venire: nel Rinascimento gli statuti concessi alla città di Frascati da Marcantonio Colonna, Signore e Vicario di Papa Giulio II della Rovere, datati 1515, stabilivano le zone da destinare a vigneto, le modalità per determinare l’epoca della vendemmia e regolavano il commercio del vino, realizzando una sorta di disciplinare ante litteram. Sante Lacerio, bottigliere di Papa Paolo III (1534-1549), in una lettera sulla qualità dei vini italiani dell’epoca, afferma che il vino migliore si produceva a suo giudizio a Frascati, Marino e a Grottaferrata.

Successivamente, il Tergioni Tozzetti, in “Riflessioni sopra la poca durata dei moderni Vini di Toscana” (del 1791) porta come esempio, tra gli altri, che “il Tiburtino (cioè il vino di Frascati dell’epoca) era nel suo fiore in capo a 10 anni e quanto più invecchiava, tanto più migliorava” e che “i vini di Grotta Ferrata bastavano fino a quattro anni”, enfatizzando la capacità di invecchiare dei vini del territorio.

In seguito, il Coppi, nel ‘Discorso agrario del 1865’, letto nell’Accademia tiberina il dì 15 gennaio 1866, riportava che Fabio Cavalletti nel suo podere di Grottaferrata (l’odierna Villa Cavalletti) aveva adottato un nuovo sistema di coltivare la vite e che il vino era di qualità eccellente.

Dopo l’avvento della fillossera, con l’ingresso nella moderna viticoltura, nel territorio di Grottaferrata, nel Lazio e nel resto d’Italia, ha purtroppo prevalso spesso la tendenza alla produzione di grandi quantità di vino, a discapito di una produzione di qualità. 

Fortunatamente, negli ultimi anni le cose stanno cambiando e sono già ampiamente cambiate, grazie all’impegno di quei viticoltori che hanno scelto di puntare sulla qualità, sulla varorizzazione dei vitigni autoctoni e sulla realizzazione delle potenzialità del proprio territorio.

Per concludere…

“Vignaioli in Grottaferrata” crede fortemente nell’importanza di diffondere la cultura e le tradizioni del territorio: in tale ottica, organizza esperienze ed accoglienza a 360 gradi a tutti coloro che verranno in visita nella bella Città di Grottaferrata.

L’associazione è in grado di offrire visite in cantina, degustazioni, gastronomia tipica, soluzioni di ospitalità, per scoprire le ricchezze e peculiarità locali vivendo momenti unici che rimangano impressi nei ricordi, in collaborazione con le Associazioni attive e gli operatori del territorio. “Vignaioli in Grottaferrata” si prefigge infatti di lavorare in sinergia con tutti gli attori vocati alla promozione del territorio ed a partire dal 2021 sarà disponibile un calendario di eventi speciali perché nati dall’unione e collaborazione con altre Associazioni, quali Ospitalità Castelli Romani e Gustati Grottaferrata, al pari animati dal principio: “Uniti Vinciamo”

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